sabato 30 aprile 2016

LANCEROS NICARAGUA (Parte II): Oliva "Serie V" Lancero VS My Father "N.4"

Eccoci pronti a concludere la nostra panoramica sui lanceros nicaraguensi.
Dopo aver degustato Joya de Nicaragua e Don Pepin (vedi articolo di marzo) è venuto il momento di parlare di Oliva e My Father.
Al termine delle due recensioni si cercherà di fare un resoconto complessivo di queste quattro fumate individuando non solo il vincitore (basterebbe considerare semplicemente il voto più alto) ma valutando generalmente l'esperienza delle quattro fumate.

OLIVA "Serie V" Lancero
Esteticamente il Lancero della "Serie V" di Oliva si presenta in maniera eccellente, con una capa priva di venature, liscia e vellutata, tinta colorado maduro.
A crudo molto intenso e di carattere: sentori alcolici, cacao e legno.
I sapori sono invece decisamente dolci.
I primi puff confermano le sensazioni a crudo con l'aggiunta di pepe nero in buona quantità e persistenza. La partenza è fulminea, senza alcuna necessità di presa di coscienza di quello che si sta fumando. Non è un inizio aggressivo, ma un apertura senza troppi preamboli, dritta al cuore delle percezioni.
Dopo un paio di centimetri le sensazioni cambiano: i sapori sapidi entrano a fianco di quelli dolci alternandosi con buona continuità. Gli aromi si dimostrano incisivi (molto) e si identificano nel legno stagionato, nel cacao, nel pepe nero e in sensazioni tostate. La forza in questo settore è piuttosto marcata (4/5) e i puff particolarmente appaganti. La cosa curiosa in questo frangente è la possibilità di percepire nitidamente il "botta e risposta" tra i sapori, dove la sapidità è avvertibile nella parte iniziale del puff mentre la dolcezza in quella conclusiva dell'espulsione del fumo.
Ragguardevole anche la nitidezza aromatica che fuoriesce soprattutto quando il puff viene effettuato tirando con poco vigore. Il fumo è cremoso, ampio, con un residuo piccante sulla punta della lingua che non disturba e prolunga il "peso specifico" di questo Lancero.

Il secondo tercio si apre con minore impatto nicotinico (3/5), il ridimensionamento delle sensazioni speziate e l'avanzata di aromi morbidi (legno e nocciola) affiancati a un pizzico di vaniglia. Il cacao continua a lavorare come aroma principale mentre sui sapori a volte si affianca una punta di amertume per niente fastidiosa. La meccanica di fumata è ottima, così come il tiraggio che si conferma senza sbavature. La cremosità del fumo incrementa ulteriormente e ormai il puff è denso come non mai, con una persistenza e un appagamento di molto sopra la media.

Nel tercio finale tornano a farsi sentire le spezie e compare un po' di carruba. L'equilibrio tra forza (3/5, quindi costante rispetto al tercio precedente) e intensità è sempre rispettato e la fumata continua piacevole e strutturata come nei tercios precedenti. L'evoluzione come da copione è stata percepibile (e in questo formato è quasi un obbligo) con una serie di piccole varianti che hanno reso la fumata dinamica e assolutamente priva di noia, con una finezza (anche nel settore conclusivo) che magari non si è dimostrata eclatante ma che in realtà, con un po' di attenzione, è davvero uno degli elementi di maggior pregio di questo Oliva.

Complessivamente questo Lancero si è dimostrato un sigaro al di sopra delle aspettative (anche in considerazione di un prezzo alla portata di tutte le tasche), capace di sviluppare una fumata completa, con quasi tutti i parametri ampiamente oltre la media del segmento di mercato.
Difficile trovare un punto debole, anche se forse la qualità intrinseca degli aromi non è tale da fargli sfondare quota 90 punti.
Questi ultimi infatti sono sì ben percepibili, ma non sono in grado di "catturare il palato" proprio per la loro natura non particolarmente prestigiosa. Da registrare un solo spegnimento (improvviso e inaspettato) nel primo tercio e una cenere compatta di colore grigio chiaro.

Punti di forza: intensità aromatica, dinamicità e persistenza post-puff
Punti deboli: qualità aromatica solo discreta

Abbinamenti
Alcolico: Baileys "Coffee Flavour"
Analcolico: Cioccolato fondente 60%


Voto complessivo: 89/100

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My Father "No 4"
L'esame del sigaro a crudo è davvero soddisfacente: la capa è colorado con riflessi dorati, ben tesa (molto spessa) con venature leggermente in rilievo. Il tiraggio sembra corretto mentre alla prova del puff si sente distintamente il cioccolato al latte e un pizzico di vaniglia (oltre a un cenno di spezie).
Una volta accesso la partenza è lenta, i primi puff sono interlocutori ma basta in realtà poco più di un minuto per far raggiungere a questo Lancero il proprio punto di decollo: legno morbido, vaniglia, pepe bianco e passaggi balsamici. I sapori sono esclusivamente dolci, anche se in retrogusto si nota un po' di piccante.

Il primo tercio sorprende per la forza nicotinica: My Father è notoriamente un marchio nicaraguense dalle non spiccate caratteristiche di forza e proprio per questo una valutazione di 3,5/5 della fortaleza di questo settore è in qualche modo inaspettata. A parte questo, si sottolinea una complessità di fondo ragguardevole: cioccolato al latte, cedro spagnolo, sentori vegetali, spezie orientali si fondono in un puff dalla media consistenza (in termini di cremosità) ma dalla elevata persistenza al palato. Sfuggono anche una serie di aromi che - in tutta franchezza - non si riesce a catalogare ma che "guarniscono" il piatto principale favorendo una ricchezza di fondo ben percepibile. Equilibrio? Non proprio centrato, visto che sembrerebbe preferibile una forza più contenuta per favorire una percezione più nitida di aromi e sapori (piuttosto delicati per la loro natura).

Il secondo tercio si apre con qualche problema di combustione (dovuta probabilmente alla capa piuttosto spessa, atipica per un lancero) e una meccanica di fumata non proprio delle migliori. Il sigaro tende spesso ad assopirsi e le attenzioni si sprecano. I sapori continuano ad essere esclusivamente dolci, forse un po' stucchevoli nella loro monotematicità. Gli aromi virano su un legno più consistente, una vaniglia più presente e inserti di frutta a guscio. Il cioccolato al latte resiste alle intemperanze del braciere, il pepe bianco lavora più che altro sul versante della persistenza post-puff. In definitiva un settore un po' stancante e un filo noioso, anche se la finezza è molto buona ma questo sembra non bastare per regalare le giuste sensazioni organolettiche.

A cinque centimetri dall'anilla si contano ormai 6 spegnimenti (2 nel tercio iniziale 3 in quello centrale e 1 in quello conclusivo) e ogni volta che si scuote la cenere per la riaccensione si nota che il ligero non è posizionato correttamente dando luogo ad un vistoso "cucchiaio"

Complessivamente un sigaro al di sotto del blasone e delle aspettative, con una complessità elevata ma dalla performance con più di un dubbio. La ligada sembra coraggiosa ma in fondo poco riuscita e troppo opaca per riuscire a rimanere ben viva nella testa del fumatore anche in funzione dei famigerati "cambi di ritmo" che qui mancano del tutto. La persistenza è buona ma alla lunga non gradevole, stantia e monotematica. Una piccola delusione, salvata solo da un parametro davvero soddisfacente: la complessità aromatica.

Punti di forza: complessità
Punti deboli: meccanica di fumata, sapori monotematici, equilibrio poco riuscito.

Abbinamenti
Alcolico: Liquore alla liquirizia
Analcolico: Chinotto

Valutazione complessiva: 85/100

Il tercio finale si apre con le medesime sensazioni del tercio precedente: la dolcezza eccessiva, la mancanza di varietà nei sapori e un equilibrio sempre un po' precario dovuto a una forza mal calibrata (intensità medio-bassa, forza medio-alta) non facilitano un fumo divenuto ormai noioso e senza variazioni di nota. Le impressioni iniziali sono ormai troppo consolidate e stagnanti tanto che la sensazione è quella di non aver più molta voglia di proseguire nella fumata, anche perché la combustione continua a non eccellere per via della consueta tendenza allo spegnimento.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE:
I quattro lanceros nicaraguensi si sono dimostrati all'altezza della loro fama con alcune necessarie precisazioni.
Tre di loro hanno sviluppato una fumata tipica del formato, anche in considerazione delle passate esperienze personali e si sono confermati su questo versante.
E' importante che il fumatore si approcci a questo formato con le giuste attenzioni ma è necessario che il sigaro - come contropartita - fornisca le giuste risposte, anche in funzione del fatto che non sempre c'è la propensione a fumare formati di questo tipo.
My Father (e questo è secondo me l'aspetto più rilevante) è stato incapace di sviluppare una fumata tipica per questo formato, dove le mutazioni delle sensazioni sono importanti almeno quanto la qualità degli aromi e dei sapori.
Oliva è risultato il sigaro che - al di là del blasone - ha sorpreso di più, risultando strutturato e piacevole dal primo all'ultimo puff.
Joya de Nicaragua è stato invece il sigaro che ha profuso maggiore opulenza, carattere e brillantezza. Al di là del voto complessivo è probabilmente quello che al fotofinish si aggiudica la palma del migliore. Altrettanto valida la proposta di Don Pepin Garcia, più giocata comunque nel solco della tradizione dei tabacchi nicaraguensi e quindi più idonea verso fumatori che si approcciano frequentemente con la proposta di questo Paese. Volete una classifica definitiva?
1) Joya de Nicaragua (89/100)
2) Oliva (89/100)
3) Don Pepin Garcia (88/100)
4) My Father (85/100)

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