venerdì 1 gennaio 2016

DALIAS CUBANE: Un mondo da riscoprire

Come primo articolo vi proponiamo un confronto tra quattro dalias cubane, tre delle quali ancora in produzione sull'Isla Grande. La degustazione "verticale" è stata realizzata su esemplari il cui anno di produzione è stato indicato accanto al nome del sigaro. Ovviamente questo fattore può incidere notevolmente con il responso finale ma ciò che è importante sottolineare è che nessun sigaro è stato fumato in giovane età.

Il formato cubano "dalia" vede sul mercato quattro veri fuoriclasse, tutti caratterizzati da qualità di eccellenza e da particolarità che li accomunano: grandi capacità evolutive, generosità negli aromi proposti e tempistiche adatte a chi ricerca confort e relax. Purtroppo in Italia è possibile acquistare soltanto due di questi (Partagàs e Cohiba) mentre per accedere ai rimanenti due (La Gloria Cubana e Bolivar) è necessario andare oltre confine.
Si tratta di sigari prestigiosi, destinati ad aficionados di lungo corso: dall'intramontabile 8-9-8 di Partagàs al magnifico Siglo V di Cohiba, dall'armonico Medaille D'Or n. 2 di La Gloria Cubana all'incisivo Inmensas di Bolìvar. In tutti i casi si può parlare di grandi classici della manifattura Habanos, ricercati dagli appassionati e forse un po' dimenticati dal mercato attuale, sempre più alla ricerca di sigari con cepo elevato e largo ridotto.
In ogni caso c'è davvero da andare sul sicuro quando si accende uno di questi quattro capolavori ma... Quale di questi si è dimostrato in grado spuntarla sugli altri? Scopriamolo insieme.

La Gloria Cubana "Medaille D'Or n. 2" (2004)

A crudo le sensazioni sono dolci, di miele e di legno di cedro. L'apparenza è nella norma, con una capa colorado che profuma di legno.
L'attacco è gentile, armonioso negli aromi che giungono al palato. Il tiraggio è corretto, senza eccessi né mancanze.
Il primo settore di fumata vede l'arrivo di sensazioni floreali, mielose e di legno giovane dotate di una finezza eccezionale. L'intensità aromatica è nella media, mentre la forza è rilevabile come medio-bassa (2,5/5). Il sigaro è elegante, profumato e confortevole.
Il secondo tercio vede il sigaro decollare a livello di intensità, con leggere spezie (pepe rosa) a punteggiare in sottofondo i sapori dolci e sempre avvolgenti. Note tostate si aggiungono, intervallate da legno di cedro e menta dando vita a una fumata fresca, sempre improntata su miele e aromi floreali. La forza è costante rispetto al tercio precedente mentre la meccanica di fumata e il tiraggio sono senza problemi.
Il tercio finale vede il pepe rosa incidere ulteriormente sulla gamma aromatica, il legno di cedro cambia intensità e sfaccettature. L'evoluzione è evidente, con perdita della freschezza a favore di maggior corpo. I sapori sono sempre dolci ma le percezioni sono differenti. La forza sale di mezzo punto.
Complessivamente un sigaro molto vivace, cangiante e molto fine, con una buona complessità. L'intensità è costantemente in ascesa, in equilibrio con la forza. Un cubano di grande spessore.
Dal punto di vista emozionale si tratta di un sigaro in grado di superare con agilità le difficoltà di interpretazione che molte volte il fumatore incontra con formati di questo tipo, dove è molto importante distanziare i puff ma allo stesso modo trarre il massimo "profitto" dal fumo a disposizione. Si tratta quindi in generale di una fumata di agevole interpretazione, adatta a fumatori di lungo corso ma anche a chi si approccia da poco a questo formato.

Valutazione complessiva in centesimi: 91/100
Punti di forza: Finezza ed evoluzione
Punti deboli: Alcuni spegnimenti

Abbinamenti:
Alcolico: Mojito
Analcolico: Acqua e menta
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Bolivar "Inmensas" (2000)

A crudo le sensazioni sono sbiadite, solo un filo di legno pregiato nel tiraggio, ma tutto ciò è normale: l'esemplare ha qualche anno sulle spalle. La capa è colorado, sottile e priva di venature in rilievo.
L'attacco è in stile Bolivar, molto old style per la verità: fumo deciso e rustico, nulla sembra destinato al fumatore occasionale e impreparato.
Il primo tercio si sviluppa su note terrose con una sottile vena amaricante molto piacevole. Il legno antico è il partner ideale rispetto alla terra: in questo "Inmensas" i due aromi si fondono alla perfezione. I sapori sono sapidi ma non manca un retrogusto leggermente dolce in fase terminale. Le spezie sono leggere ma di grande qualità, la forza è media (3/5)
Il settore centrale si apre con il legno pregiato che passa a dominare la scena: spezie (più incisive) e punte minerali accompagnano la terra che si accomoda in secondo piano. L'elemento dolciastro sale di intensità mutando lo scenario gustativo: il fumo è più fine e meno rustico, mentre la forza rimane costante.
Tercio finale ancora in crescita: frutta matura, legno "diverso" rispetto agli esordi, pepe verde in sottofondo e un equilibrio aromi/sapori davvero riuscito. Il fumo cessa definitivamente di essere rustico e la finezza diventa dominante. La persistenza al palato è ottima, la forza costante.
Complessivamente un sigaro evolutivo dalle qualità enormi in termini di amalgama e finezza aromatica. La combustione e il tiraggio sono risultati da manuale. Un Bolìvar da incorniciare.
Dal punto di vista emozionale è un sigaro sicuramente più difficile rispetto alla media. Capirlo non è semplice, richiede grossa concentrazione nell'esame del puff così come nella lettura complessiva delle sensazioni. Ma le soddisfazioni sono davvero dietro l'angolo se solo si sa ascoltare con un po' di attenzione!

Valutazione complessiva: 92/100
Punti di forza: Finezza ed evoluzione
Punti deboli: Complessità

Abbinamenti:
Alcolico: Whiskey & Cola
Analcolico: Cappuccino
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Cohiba "Siglo V" (2007)

A crudo il sigaro non è foriero di grosse emozioni: un pizzico di legno e dolci sensazioni di miele sono solo minimamente percepibili. Il riempimento sembra eccessivo ma in realtà una volta acceso tutto procede per il meglio.
L'ingresso sentenzia senza mezze misure che siamo di fronte a un Cohiba di alto lignaggio: leggero pepe bianco, legno morbido e delicato, frutta a guscio (mandorla e noce) e una dolcezza aristocratica mai spinta e tuttavia incisiva e ricercata.
Il primo tercio entra subito nel vivo: il legno prende il sopravvento ma i sentori di miele e di frutta a guscio sono ben percepibili. Le spezie sono leggerissime e i sapori dolci sono molto generosi e caratteristici avvolgendo le papille gustative. La forza è bassa (2/5) e l'intensità aromatica è direttamente proporzionale alla carica nicotinica. Quindi, in sintesi, grande equilibrio di fondo.
Il secondo tercio è però meno emozionante, il sigaro si fa meno dolce e gli aromi si fanno meno complessi: l'eleganza e la finezza ci sono sempre (soprattutto in retrogusto) ma l'intensità non decolla e tutto rimane un po' in superficie. La forza è costante.
L'ultimo settore si fa più piccante (sempre pepe bianco) e incisivo dal punto di vista dell'intensità: ottimo legno, miele e noce ancora alla ribalta. Insomma, una ripresa in grande stile e un finale composto con forza in crescita (3/5).
Complessivamente un Cohiba di pregio, riconoscibile e molto rilassante ma forse non propriamente emozionante e solo leggermente evolutivo.
Dal punto di vista emozionale si tratta quindi di un sigaro un po' carente, di non difficile lettura.
Le sensazioni sono chiare in prima battuta ma c'è sempre dell'altro, se solo si aumenta il grado di concentrazione durante la fumata. Un sigaro dalle molteplici interpretazioni, più tecnico che emozionale.

Valutazione complessiva: 89/100
Punti forti: Finezza ed equilibrio
Punti deboli: Appagamento complessivo sufficiente

Abbinamenti:
Alcolico: Moscato d'Asti
Analcolico: Acqua tonica con limone
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Partagàs "8-9-8" Varnished (2008)

Esteticamente è perfetto: la chiusura della testa è esemplare, la capa colorado è ben tesa, liscia e profuma di sentori balsamici. A crudo molto legno antico e sapori tendenzialmente dolci.
L'attacco non è dei migliori: apertura amarognola con aromi terrosi e soprattutto minerali, l'equilibrio tra aromi e sapori è purtroppo precario.
Il primo tercio è invece complessivamente positivo, soprattutto nella parte finale del settore di fumata: i sapori si addolciscono, la nota amarognola "svolta" mentre sentori di legno, corteccia e mandorla fanno decollare la fumata. L'equilibrio è raggiunto, la forza è media (3/5).
Il tercio centrale vede l'aggiunta di note di caramello e punte balsamiche sulla solida base legnosa e di mandorla: l'amarognolo è un lontano ricordo e il fumo si fa cremoso, a tratti fruttato. L'intensità cresce esponenzialmente come la finezza degli aromi e la dolcezza di base. Forza costante.
Il tercio finale vede il caramello e le note zuccherine ancora alla ribalta: la persistenza è molto fine e complessa e l'evoluzione degli aromi di legno evidente. Ancora frutta guscio (nocciola) e leggere sensazioni speziate sulle labbra. Forza in leggera crescita (3,5/5).
Il finale è morbido, avvolgente, mai sopra le righe e appagante.
Complessivamente un sigaro molto evolutivo e complesso, con buona intensità, capace di sorprendere con i suoi cambi sensoriali. Fantastica la meccanica di fumata e il tiraggio.
Dal punto di vista emozionale si tratta di un sigaro capace di smuovere qualcosa, non per niente è uno dei sigari al quale l'aficionado risulta più affezionato in senso assoluto. L'amalgama aromatica e i continui cambi di ritmo dal punto di vista evolutivo lo mettono al centro dell'attenzione, sempre che il fumatore sia in grado di fornirgliene a sufficienza.

Valutazione complessiva: 91/100
Punti forti: Evoluzione e meccanica di fumata
Punti deboli: Ingresso di fumata un po' scomposto

Abbinamenti:
Alcolico: Birra Lager
Analcolico: Chinotto
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CONSIDERAZIONI FINALI:
L'esperienza complessiva di questi quattro sigari è altamente positiva. Tutte e quattro queste dalias si sono dimostrate performanti dal punto di vista meccanico (combustione e tiraggio) e hanno mostrato qualità aromatiche di gran pregio. La scelta finale è ricaduta sul Bolìvar (l'unico sigaro purtroppo non più in produzione) per il giusto mix di intensità, finezza e complessità aromatica, capace di "sfondare" il muro dei 90 punti senza grosse difficoltà. Fanalino di coda il Cohiba (con un voto comunque alto), che vanta il prezzo più elevato ma probabilmente necessita di più anni per una completa maturazione della liga.
La Gloria Cubana è risultato il sigaro più eclettico e aromatico (adatto quindi a più momenti della giornata) mentre il Partagàs si è dimostrato il più appagante dal punto di vista della complessità e il più evolutivo, anche se - come noto - non molto vicino alla tipicità marcaria che vede Partagas di solito primeggiare per forza e intensità. In ogni caso quattro grandi sigari cubani da fumare con grande piacere nelle circostanze migliori che voi possiate avere.

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